martedì 16 ottobre 2007

La censura è inutile



Lo spunto viene dall'autosospensione (in quanto quella ingiunta dal tribunale è inapplicabile per un vizio di forma) del sito vajont.org, in cui l'autore ce l'ha decisamente su con il sindaco pro-tempore di Erto e Casso Longarone. Non voglio entrare nel merito della questione, ma ne approfitto per riflettere sulla censura, anche autoinflitta se in questo caso è stata accettata e non inflitta forzatamente, e sulla sua inutilità.

Perchè? Provate ad andare su Google e digitate nella casella di ricerca:
"sindaco" site:vajont.org
la sintassi site: viene usata per restringere le vostre ricerche ad uno o più domini (non posso credere che dopo tutto questo tempo non abbiate mai provato le opzioni avanzate di Google!).

Torniamo a noi. Con la ricerca sopra indicata, si ottengono tutte le pagine "autocensurate" di cui probabilmente è stato tolto il collegamento alla home page, ma che sono ancora tutte lì, nel web. Beh, allora Catone (nominativo: Cato, magari anche lui era il servitore di un Clouseau) avrebbe trovato il modo per spegnere il server, oscurare il provider, impedire la connettività (come mi risulta stiano facendo in Birmania): sorpresa, non servirebbe a niente lo stesso.

Quando ottenete i risultati su Google, se un sito web non è disponibile, provate a cliccare sulla scritta "Cached" che appare sotto a quasi tutti i risultati: la pagina apparirà lo stesso, meno bella, spesso senza immagini né animazioni, nè parti dinamiche, ma basta e avanza avere il contenuto. Che, va da sè, se viene censurato deve essere ghiotto. Se la pagina è nella cache di Google, beh, toglierla è un bel problema.

Internet in certe occasioni si comporta come un enorme stronzatòmetro dalla cui misurazione è difficile sfuggire.

Vajont, 42 anni: un Sindaco xxxxxxxxx e xxxxxxxxxxxx

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lunedì 8 ottobre 2007

Ragazzi, non ci siamo.



Qualche giorno fa parlavo delle differenze nella percezione delle offese fra regione e regione d'Italia. Ad esempio, in Emilia-Romagna, la parola "busone" non è mai stata una vera offesa, si dice anche per indicare la persona particolarmente fortunata (cfr. avere del culo, es. "certo che hai proprio del culo oggi, eh?"). Il resto lo fanno l'apertura (mentale, absit iniuria verbo) degli abitanti unita ad una naturale tendenza al "vivi e lascia vivere".

Evidententemente non funziona così in tutti i posti del mondo.

Ragionando male come al solito, direi che il problema non è se la parola gay sia un'offesa o meno: il Vero Problema è che la gente si impiccia della vita sessuale degli altri (si vede che o non ha nulla di meglio da fare o che la loro vita sessuale è così triste che è meglio guardare quella degli altri). Sì: queste cose succederanno finché le persone continueranno a notare le tendenze sessuali degli altri.

Ovvero: bisognerebbe arrivare al punto in cui notare la tendenza sessuale diventi come notare se siamo in compagnia di destri o di mancini. Sì, è una cosa alla quale dopo un po' si fa caso, ma non è che girando per strada guardiamo con che mano la gente apre la macchina o sfoglia le banconote per capire se è destra o mancina.

Perché l'esempio sia più chiaro, vorrei tirare in ballo un'altra categoria: il colore della pelle. Esistono persone che non ci fanno caso: io stesso devo sforzarmi per ricordare se un certo personaggio sia caucasian oppure no. Sono certo che con il giusto esempio sotto mano (l'altra) a molti non importi poi un gran che di quale sia il colore della pelle. Qui di seguito un piccolo sondaggio:


Tera Patrick



E e proprio non vi riesce di essere così aperti di vedute: dovete proprio farvi gli affari degli altri?
La morale è sempre la stessa.

"Mi chiamava gay e io l'ho ucciso" L'assassino si consegna alla polizia - cronaca - Repubblica.it

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