mercoledì 5 marzo 2008

Capitano, io parto ad un patto

Capitano, io salpo con te
e ti seguo per mari e per monti
Capitano, m'imbarco con te
verso il farsi dei rossi tramonti.

Capitano, io parto ad un patto:
che ogni giorno sul far della sera
tu ti sieda accanto al mio letto
non importa se in bonaccia o in bufera.
Tu ti sieda e mi tenga la mano
e poi canti con la tua voce
la tua voce da Capitano
il terribile uragano sul guscio di una noce
lo spaventoso assalto di quindici pirati
le novecento specie di pesci
e i porti dove li hai pescati
gli occhi dolci e tondi degli Octopus
gli enormi abissi scuri dei Nautilus
le sirene irraggiungibili
e le alghe commestibili
il suono d'onda che riempie le conchiglie
le isole che offrono tesori e meraviglie
i mille mari che hai viaggiato
i molti fari che hai vegliato
fino alle imprese che coprono di gloria
i marinai con troppa memoria.

Capitano, io parto ad un patto:
che ogni sera accanto al mio letto
dopo un giorno di sconfitte o vittorie
tu mi sommerga
nel mare delle storie.

(Chiara Carminati, Il mare in una rima, Mondadori, 2000)

sabato 1 marzo 2008

Condicio sine qua non



Condicio, non conditio.

Fra quelli che sbagliano, uno fra tutti, Repubblica, che in questo articolo scrive prima "Conditio sine qua non" (sbagliato), poi "Par condicio" (corretto). Nella pagina inglese di Wikipedia c'è già scritto che spesso si usa conditio, anche se fa rilevare che non è la parola corretta. Cominciamo ad usare condicio prima che sia troppo tardi.

Condicio sine qua non - Wikipedia